La parte della fotografia è l'attesa.
la sua nascita incrocia e mette a fuoco, cattura o muove l'obiettivo dei nostri desideri.
Regina desidera con tutta se stessa l'incontro con l'immagine fotografica e lascia perdere come e quando avverrà.
Ama la fotografia e rinuncia a cercarla, fino all'ultimo scatto.
La sua macchina trova l'attesa nei muri della città, nei luoghi di passaggio:
siti eletti dell'immobilità sono le stazioni oscure e sotterranee, le vie poco illumunate, le presenze terrene con le loro ombre, le pensiline dei tram.
le sue foto non interrompono lo scorrere del tempo:
ci sarà sempre una donna che aspetta la metro, un uomo che scende le scale;
le fermate dell'autobus si perderanno nella solitudine della periferia, ma l'attesa non avrà mai fine.
Le sue fotografie sono, per noi che le guardiamo, la via dell'attesa e del desiderio.
Piera Bosotti


La fotografia mi ha affascinato fin da ragazzina.
La mia prima macchina fotografica però l'ho avuta sui vent'anni, anche se dopo tre mesi era già kaputt e la garanzia scaduta.
Ma non mi sono scoraggiata e in mezzo a varie difficoltà, anche di natura economica (non potevo stampare tutte le foto: guardavo i negativi e sceglievo) ho avuto finalmente in mano una Reflex Zenit, una macchina russa comprata usata per cento marchi in una birreria di Berlino nei primi anni ottanta.
Allora per me esisteva solo la fotografia in bianco e nero e a quel periodo risale la foto della locandina: una donna che aspetta la metro. 
Nel periodo successivo il mio lavoro fotografico è stato costretto nei margini di tempo che mi restavano prima/dopo il lavoro. Le foto che ho portato alla mostra che ho fatto al Cicip qualche anno fa - nel frattempo mi ero trasferita a Milano-  le ho fatte andando/tornando dal lavoro.
In quel periodo mi ero comprata una piccola macchina digitale -simile a quella di un cellulare di oggi- che ha sorprendentemente non solo facilitato ma anche cambiato il mio modo di lavorare e il mio stile: io mi sento più libera di sperimentare e anche più vicina a quello che voglio esprimere. Mi sono  liberata dal mio "purismo"fotografico e penso che questo avrà un'influenza  sul mio modo di fotografare anche con la fotografia analogica. 
Intanto sul mio blog la discussione ("la fotografia digitale distrugge la fotografia ?") rimane aperta."


Regina Doppke nasce a Duesseldorf nel1960. Si trasferisce a Berlino nei primi anni ottanta.
Di mestiere assiste gli anziani, che è la sua  professione anche a Milano dove si è trasferita nel 1993. 
Blog: www.regido.wordpress.com