Mercoledì 13 aprile ore 19.00
Incontriamo alcune femministe islamiche
Zaha Abdulle, Aimon Maricos, Kaha Mohamed Aden, Joan Haim
con
ANNA VANZAN   
autrice di “Le Donne di Allah, viaggio nei femminismi islamici”
e
SUMAYA ABDEL QADER
rappresentante europea delle donne musulmane e autrice di "Porto il velo e adoro i Queen, nuove italiane crescono”
Parleremo delle diversità nell’intendere e praticare i femminismi legati a tradizioni, culture e religioni differenti.
Cercheremo di valutare pratiche politiche che li rispettino.
Ci interrogheremo con donne islamiche di nuova generazione nell’attuale contesto del mediterraneo ove si parla di aspirazione alla “democrazia” senza precisare cosa democrazia possa significare e significhi nei fatti per tutte noi.
   
LE DONNE DI ALLAH di Anna Vanzan
    Viaggio nei femminismi islamici -Bruno Mondadori ed.
La lotta di liberazione femminile non è un’esperienza soltanto occidentale. Lo raccontano, e soprattutto lo dimostrano con le loro scelte di vita, le donne musulmane che Anna Vanzan ha incontrato in Egitto e nei Balcani, in Turchia e in Indonesia, in Iran e in Malesia. Sono filosofe o studiose dei testi sacri. Ma anche attiviste che lottano perché lo sport agonistico non sia riservato ai soli uomini, o giovani donne che scelgono il velo per difendersi da accuse di mancanza di purezza mentre si muovono nel mondo professionale maschile. Un viaggio per incontrare chi crede nel Corano come simbolo di libertà e di progresso; una galleria di figure femminili complesse, ricche di vitalità, di contraddizioni e di promesse per il futuro.
Anna Vanzan (1955) iranista e islamologa, laureata in Lingue Orientali a Venezia, ha conseguito il Ph.D. in Near Eastern Studies presso la New York University. Si occupa soprattutto di problematiche di genere nei paesi islamici, in molti dei quali ha svolto ricerca.
Ha tenuto corsi in atenei italiani e stranieri e attualmente insegna Cultura islamica (IULM Milano) e Cultura Araba (Università di Milano).
E’ redattore della rivista Afriche&Orienti e collabora con testate giornalistiche e programmi radiofonici nazionali e esteri.
E’ autrice di numerosi articoli pubblicati in riviste italiane e internazionali, fra i quali: “Un secolo di femminismo in Iran: trasformazioni, strategie, sviluppi”, in Genesis, IV/2, 2005, pp. 79-103; “Feeling the Pulse behind the Veil. Western Physicians and Muslim Women”, in Alam e Niswan, Pakistan Journal of Women Studies, 13, 2, 2006. pp. 65-81; “Exporting (dis)honour: The practice of honour killing among the Pakistani Community in Italy”, in The Other Self: Conflict, Confusion and Compromise, National Commission on the Status of Women, Islamabad (Proceeding International Conference December 2006), n.d, pp.151-158; “Salima, un’algerina all’opposizione” e “Essere femminista, non essere femminista”, in East, 15, 2007, pp. 25-33; “Le rose di Persia all’estero danno solo spine? Sguardo alla letteratura della diaspora femminile iraniana”, nel dossier “Narrative di migrazioni, diaspore ed esili” curato da Anna Vanzan, in afriche/orienti, 2/2007, pp. 51-67.
Il saggio, Figlie di Shahrazàd, scrittrici iraniane dal XIX secolo a oggi è pubblicato da Bruno Mondadori, Milano, 2009.
l’ultimo saggio Le donne di Allah, viaggio nei femminismi islamici è stato pubblicato da B. Mondadori, Milano, nell’autunno 2010.
Il suo libro La storia velata, donne dell’islam nell’immaginario italiano (Edizioni Lavoro, Roma, 2006) ha ricevuto il Premio Feudo di Maida 2006.•
 “Porto il velo, adoro i Queen. Nuove italiane crescono”
di Sumaya Abdel Qader - ed.Sonzogno
Sulinda, 30 anni, nata a Perugia, sposata e con 2 figlie, vive a Milano dove studia lingue all'università per diventare interprete. Come tutte le donne della sua generazione affronta la vita con non poche difficoltà. Con una piccola differenza: è musulmana e porta il velo, e tanto basta perché la si consideri diversa. Camminare per strada, fermarsi davanti a una vetrina, andare in palestra, al mare, in vacanza all'estero, tutto acquista una colorazione speciale. E quello che per le sue coetanee è naturale per lei diventa una parodia o, nella migliore delle ipotesi, una piccola avventura. Ma chi è Sulinda? Italiana o araba? Moderna o tradizionalista? Diversa o normale? Occidentale oppure orientale? Sicuramente fa parte di quella categoria di individui classificata come "seconda generazione", cioè figlia di immigrati ma nata e cresciuta in un Paese diverso da quello di provenienza dei genitori. Sulinda iscrive le sue figlie dalle Orsoline e allo stesso tempo pratica la propria fede musulmana con devozione ma senza per questo trovarsi in contrasto con la cultura italiana. Anzi. In questo libro Sulinda parla di fatti (molti) e accenna qualche riflessione e qualche giudizio (pochi). E lo fa con voce ironica e disincantata. Perché c'è poco da commentare quando si ha intelletto per comprendere che le piccole cose nascondono dinamiche profonde e identità variegate e complesse.
Sumaya Abdel Qader nasce a Perugia il 16/06/1978 è figlia di immigrati giordano-palestinesi. E' laureata in biologia e in lingue e culture straniere.
Sta conseguendo una laurea specialistica. Collabora con Università e scuole italiane tenendo conferenze, lezioni e corsi su: Islam, mondo arabo-islamico, musulmani europei, immigrazione, nuovi italiani, multicultura, ecc... Una dei fondatori dell'associazione GMI (Giovani Musulmani d'Italia), ha ricoperto la carica di Segretario Generale e Vice Presidente. Scrive per diversi settimanali, riviste, testate on line.
Ha pubblicato per Sonzogno Editore nel settembre 2008: "Porto il velo, adoro i Queen"-nuove italiane crescono".